lunedì 23 novembre 2015

Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà



Ci sono vari modi, tanti stili, per raccontare una storia.
Ci sono storie lunghissime, ricchissime di eventi, di situazioni, di paesaggi.
Ci sono invece storie più brevi, ma non per questo meno interessanti, che hanno al loro interno tanta poesia e su ogni parola ci si potrebbe soffermare e riflettere per ore.
Questo è quello che mi è accaduto con l'ultimo libro di Luis Sepùlveda.

Protagonista è un cane, e lui racconta questa storia, dal suo punto di vista. Descrive come l'uomo, sempre alla ricerca di ricchezza, perda di vista ciò che sta alla base della vita, ovvero il rispetto per gli altri, uomini e animali ed il rispetto per l'ambiente e per questo pianeta che ci ospita, e verso il quale non è riconoscente.

Una favola, per adulti e bambini, dove i protagonisti sono la fedeltà, l'amicizia e il rispetto per le diversità.

Per poter capire un cane, occorre immedesimarsi in lui, vedere le cose dal suo punto di vista:
... mi guarda negli occhi, sa che non lo abbandonerò e che nella mia testa di cane c'è un'idea che posso spiegare solo con i miei gesti e movimenti canini, perché al principio dei tempi il Ngunemapu (essere superiore che comanda su tutto ciò che è vivo al mondo) ha disposto che gli animali e gli uomini non si capissero con le parole ma attraverso i sentimenti espressi dal modo di guardare.”  Luis Sepùlveda.



GC

Nessun commento:

Posta un commento